Visualizzazione post con etichetta farcadice. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta farcadice. Mostra tutti i post

mercoledì, marzo 03, 2010

Colonia Caroya - Invitacion


E parcè no meti su une direzion di Skype?

martedì, novembre 24, 2009

lunedì, novembre 02, 2009

lunedì, maggio 11, 2009

Due...

DUE


Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane.

Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.

Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.

Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.

Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.

Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.

Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.

(...) Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.

Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.

Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

Relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.
Adesso lo riscrivo segnalando alcune "paroline chiave" per chi non le avesse notate TUTTE.

Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane.

Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.

Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.

Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.

Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.

Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.

Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.

I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.

(...) Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.

Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.

Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

Ringrazio Giorgio per aver già segnalato in rete questo documento che mi propongo di analizzare con attenzione. Per il momento lo "copioincollo" così come l'ho visto.
Tnx GJ!

martedì, ottobre 28, 2008

Domingo... non potete mancare! No, no se puede!!!

La finale del campionato di mora più importante del mondo


Per il terzo anno di seguito non potrò essere tra il pubblico. E bisogna aggiungere che il Patio del Madadam è un luogo da favola (un graciis a Sandri pe foto)... un lujo!!!


Un abbraccio ad Ana Lia e a tutta la famiglia Uanino (e Prosdocimo).
Per chi volesse partecipare non ci sono grandi difficoltà: arrivati a Cordoba si giunge in una quarantina di minuti di auto a Jesus Maria, si prende la prima a destra e si entra a Colonia Caroya imboccando l'Avenida San Martin. Il Macadam (NON "Mac Adam", MACADÀM!!!) si trova in quella strada, basta chiedere.
Ok, dal Friuli ci sarebbe anche da prendere l'aereo. Ma facendo scalo rispettivamente a Madrid, Buenos Aires e infine a Cordoba non c'è modo di sbagliarsi.
Quindi, domenica tutti al Macadam.
Per chi come me non potesse, Claudio... a quando la diretta su FriûlTV?

mercoledì, settembre 17, 2008

Per dire grazie

Teatro di Udine, 15/09/2008

Chi frequenta questo blog sa che sono restio a parlare del mio lavoro. Che si tratti di lessicografia, di informatica, di scuola o di video.
Ma ci sono casi che giustificano strappi alle regole.
Del resto parlare di regole in un blog sarebbe come -direbbe qualcuno- ballare sull'architettura.

La foto iniziale è stata scattata in occasione dell'assemblea degli industriali di Udine. Carlo gestiva la regia della diretta video, La ministro Sandra Pizzolito Pupatello dava lezione di classe, competenza... e lingua friulana, Donald Ziraldo, tra il pubblico, rappresentava chi -figlio di minatore- ha saputo diventare uno tra i più importanti imprenditori del Canada. Io mi domandavo... ma questo è un altro discorso.

Quando il DVD di Farcadice è stato stampato abbiamo inviato (e stiamo inviando) alcune copie a coloro che hanno o aiutato o dimostrato interesse verso il lavoro che io e Carlo abbiamo realizzato in questi ultimi 10 anni.
Tra coloro che hanno dimostrato interesse verso i documentari andava rigraziato Renzo Tondo che -da blogger- in diverse occasioni ha parlato del nostro lavoro:
nel novembre del 2006, una prima volta in relazione al documentario su Charleroi;
nel gennaio del 2007, parlando del documentario su Colonia Caroya;
infine, nel luglio del 2008, in occasione dell'inserimento in rete dei quattro episodi.
La sorpresa gradita è stata quella di due lettere personali inviate, una a me ed una a Carlo, a strettissimo "giro di posta".

Da poco tempo Renzo Tondo era anche stato eletto presidente della giunta regionale e la risposta si è caricata di un significato che non ci aspettavamo e che ci fa piacere.

Appendice conclusiva
Sempre in questi giorni abbiamo ricevuto molti attestati di stima e ringraziare attraverso questo blog tutti coloro che in modo diverso ci hanno manifestato il loro apprezzamento per il lavoro sarebbe impossibile. Lo facciamo ora, collettivamente.
Un certo numero di persone ci hanno criticato a lungo a seguito della nostra scelta di terminare con il Canada la serie dei diari di viaggio.
Anche in questo caso la ragione era un apprezzamento per il lavoro fatto, ma accanto a questo c'era la delusione per l'interruzione del lavoro.
Ok, chiariamo la questione una volta per tutte:
realizzare dei documentari come questi richiede uno sforzo di produzione molto grande. Per una questione di orgoglio abbiamo scelto di realizzare quattro documentari. Volevamo dare una idea di come sia interessante, varia e piena di dignità la storia dei nostri emigranti. Per una questione di orgoglio, dicevo. Altrimenti avremmo chiuso nel 2005, dopo l'episodio di Charleroi.
Ma chiudere (per modo di dire) questa serie vorrebbe dire andare in Australia, in Francia, in Italia (certo... anche in Italia), tornare in America del Sud.
I tempi per trovare ancora dei testimoni sono stretti. Lo sforzo economico per reggere la produzione non è compatibile con questi tempi. Meglio fermarsi con la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro (anche se parziale) che provare la delusione di non essere riusciti a raggiungere un obiettivo che già ora sappiamo essere oltre le nostre capacità di produttori "self made".
Ad altri questa responsabilità.
E la palla, per chi lo vuol capire, torna al centro del campo.

domenica, agosto 17, 2008

No comment

Internet ci consente di reperire informazioni e di comprendere meglio, nel bene e nel male, diverse cose. Spesso è il nostro punto di vista, l'informazione in regione, che non riesce a delineare con chiarezza "chi è chi". Quando leggiamo i giornali i politici parlano bene, quando li ascoltiamo dal vivo ci sorge il dubbio che siano i giornalisti a scrivere bene... non i politici a parlare bene. Lo stesso in televisione. Ma quando la televisione mostra con semplice oggettività, l'intervento del politico, otteniamo una chiara risposta alla domanda "chi è chi" e anche alla domanda "chi decide dove spendere i nostri soldi".
Consolante.
Riporto in sintesi il contenuto della domanda che apre l'intervista.

Domanda
ci spieghi quali sono:
1) Le linee guida dell'ente;
2) il ruolo dell' ente
Risposta
(1)
Quando ho preso la presidenzala prima cosa che ho fatto è stato valutare che senso aveva l'ente;
(2)
Quale ruolo possono avere i figli e i nipoti degli emigranti? Questa è stata la prima domanda che mi sono fatto.
(3)
Con i giovani l'approccio deve essere diverso.
(4)
Un filone della nostra attività andrà nei confronti dei nostri anziani, e un approccio diverso con le generazioni nuove che oltre che con le radici vogliono coltivare degli interessi ATTIVI NEI QUALI ESSI SONO CALATI NEGLI STATI IN CUI VIVONO (chiaro, no???)! QUINDI: CANADESI, ARGENTINI ED AUSTRALIANI DICONO "IL FRIULI COM'E', CHE COS'E', CHE COSA OFFRE"? QUESTA E' LA SECONDA FASE CHE NOI ABBIAMO ATTUATO NEL PRENDERE IN MANO L'ENTE FRIULI NEL MONDO.

Per chi avesse dei dubbi (e come sarebbe possibile?) sul significato della risposta ricordiamo la domanda iniziale: "Quali sono le linee guida e il ruolo dell'Ente Friuli nel Mondo?".
E questo, direi, chiarisce tutto. Il resto dell'intervista è imperdibile.

Aggiunta del 29/08: visto che l'embed è fatto da cani allego un link al sito dove vedere il video.


giovedì, giugno 05, 2008

I "diaris di viaç" in rete

fTutti i quattro documentari sono stati inseriti in rete e possono essere visti collegandosi al sito di Entract Multimedia.
Per vedere fare un clic sulle immagini


.

mercoledì, aprile 30, 2008

Farcadice - Ultimo atto



Abbiamo presentato l'ultimo capitolo dei "Diaris di Viaç" il 28 aprile a Fagagna.
Una serata in compagnia di una settantina di persone, parte delle quali erano amici con cui avevamo condiviso tutto o parte di questo percorso, per vedere in anteprima il documentario realizzato a Toronto.
Cosa dire?
Di solito sono sollevato al termine di un percorso. In questo caso il percorso è stato lungo: 10 anni per realizzare 4 video sull'emigrazione (in realtà sono 20 anni per realizzarne 5... ma questa è un'altra storia), per intervistare un centinaio di persone e infine per cercare di dar loro voce attraverso un linguaggio video praticamente inventato, con una certa fatica, per far in modo che le loro parole venissero accompagnate da immagini adeguate.
Probabilmente dovrei usare questo spazio anche per ringraziare le molte persone che ci hanno aiutato. Non lo faccio perché la lista sarebbe imbarazzantemente lunga e dovrei per ognuno dedicare una pagina di spiegazione.
Ad ogni buon conto, per fermarmi almeno a quello che è successo il 28, un grazie a tutti gli intervenuti. E se passate di qui mi farebbe piacere ricevere un vostro parere sul lavoro.

La cosa che mi sembra più bella di questo percorso di 10 anni è che sia stato fatto da due amici che partendo dallo stesso banco del Malignani, si trovano -a distanza di quasi trent'anni- ancora con la voglia di divertirsi.
Abbiamo scelto di confrontarci con un tema abbastanza delicato perché da un lato parla della storia contemporanea della nostra gente (fare qualcosa di sbagliato voleva dire offendere migliaia di persone: una bella responsabilità) e dall'altro perché è un capitolo che -a dirla tutta- molti preferirebbero fosse dimenticato. Non è un caso che il vero interessamento a questo lavoro sia arrivato dai Comuni (i soggetti più a contatto con il territorio e con la gente), dagli uffici regionali (spesso criticati, in questo caso veramente a torto) e dagli stessi emigranti (soprattutto!)... nell'assoluta e totale indifferenza da parte delle cosiddette "associazioni degli emigranti" che in 50 anni di esistenza non sono state in grado di regalarci nemmeno un documentarietto di qualche secondo (non credo a causa dello scarso finanziamento). E questo dispiace, perché la storia di migliaia di nostri concittadini ci resterà -per sempre- sconosciuta.

mercoledì, aprile 02, 2008

Povero Christian (Parte Seconda)

San Durì, provincia di Cordoba (Argentina).
Jorge Visentini, sidaco del piccolo centro da 18 anni. Un personaggio straordinario. Lo intervistai nel 1998 durante le riprese del primo capitolo della serie "Diaris di viaç". Durante quell'intervista già si notava con chiarezza lo spessore della persona.
Ricordo chiaramente anche il padre di Jorge: disse una delle frasi più belle di tutta la serie dei documentari: "Il sapere non occupa spazio".
Il video che segue mostra Jorge che nel mezzo dell'Argentina intitola una piazza a "San Durì" e divide il suo intervento in una prima parte in lingua castigliana e una seconda in lingua friulana.
La famiglia di Jorge arrivò in quelle terre alla fine del 1800. Ascoltate con attenzione il suo intervento.
Non serve a lenire i dolori di pancia di Christian ma essere citati in una manifestazione pubblica argentina da un sindaco che parla in friulano (e da che sindaco!!) può servire ad iniziare bene una giornata.



Un sentito ringraziamento anche al signor Londero, di "Canal 2", per avermi gentilmente concesso l'uso del programma.
Coraggio Christian, buona giornata e... que viva San Durì!!!

domenica, dicembre 23, 2007

Abbiamo vinto

Il progetto Farcadice: Diari di viaç ha ricevuto il "premio Mario Quargnolo" dedicato

"[...] Cjapant in considerazion sei Diari di viaç, Charleroi, Belgjiche sei Diari di viaç, Umkomaas, Sud Afriche, la Comission e consegne il premi a:
Farcadice, Diari di viaç di Carlo Della Vedova e Luca Peresson
cun cheste motivazion:
"L'otim nivel di realizazion professionâl des dôs oparis (Diari di viaç, Charleroi, Belgjiche e Diari di viaç, Umkomaas, Sud Afriche) al è compagnât di une sielte atente dai materiâi, di une sensibilitât indiscutibile tal savê condusi lis intervistis, di une composizion de imagjin acurade e elegante che e riclame a di une culture cinematografiche vivarose, e al è metût in evidence par vie di un montaç eficaç, li che il snait, dentri di un progjet cussì complès, al rive a coinvolzi dal dut il spetatôr [...]".

Beh, una buona conclusione del 2007, no?

giovedì, novembre 23, 2006

Opinions: Mauro Tosoni

Sette anni dopo... in bocca al lupo Mauro!
Questo mese Mauro Tosoni ha mandato in stampa “il Diari”, un mensile in lingua friulana.
Ho collaborato la prima volta con Mauro una quindicina di anni fa lui era direttore di Radio Onde Furlane e io il responsabile della redazione musicale... una baruffa dietro l'altra...
In questa "opinion", tratta dal "TG in Rêt" (il primo telegiornale in lingua friulana, realizzato nel 1999 da me, Carlo Della Vedova e Paola Zoratti assieme alla redazione di Radio Onde Furlane ed alla mitica Claudia Baracchini) Mauro parla proprio di informazione e marilenghe.



mercoledì, ottobre 18, 2006

Diari di viaç: Charleroi a Codroipo

Sabato 28 ottobre, alle ore 19:00, presso la Biblioteca di Codroipo, sala riunioni al primo piano, sarà proiettato il filmato

Diari di viaç: Charleroi (Belgjiche)

sarà presente un gruppo di persone provenienti dal belgio, alcuni di origine friulana.
la proiezione sarà preceduta da un breve intervento iniziale degli autori
l'ingresso è libero.