Mi è arrivata una mail che devo necessariamente considerare spam. Anche se a mandarla è stato un mio caro amico.
La mail conteneva, in allegato, due proposte di legge.
Ho iniziato a studiare la prima e immediatamente ho pensato che qualcosa non "funzionasse". Essendo una "proposta" di legge, naturalmente può contenere qualche errore. Ma è un po' più grave se l'errore in questione si verifica quando vengono citati documenti come la "Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie" e precisamente in uno degli articoli più importanti: l'art. 7 ("Obiettivi e Principi"... scusate se è poco).
Infatti la "presunta" proposta di legge sembrerebbe recitare, in uno dei suoi passaggi:
Art. 4
(Adesione dei principi della Carta europea)
1. Ferma restando la potestà dello Stato in ordine agli accordi internazionali, la Regione, nell'esercizio della propria competenza primaria in materia culturale, ispira la propria azione ai seguenti principi affermati nella Carta europea delle lingue regionali o minoritarie:(Adesione dei principi della Carta europea)
a) le lingue regionali o minoritarie costituiscono una ricchezza culturale; (la "Carta" in realtà dice "il riconoscimento delle lingue regionali o minoritarie quale espressione della ricchezza culturale", ma più o meno il senso è questo)
b) è necessaria un'azione risoluta di promozione delle lingue regionali allo scopo di preservarle; (la "Carta" in realtà dice "la necessità di un’azione risoluta per promuovere le lingue regionali o minoritarie al fine di salvaguardarle", ma anche in questo caso il senso è quello)
c) bisogna facilitare e incoraggiare l'uso scritto e orale delle parlate regionali nelle diverse espressioni della vita sociale; (anche in questo caso il testo è diverso ma il senso è "abbastanza" simile)
d) si devono promuovere studi e ricerche sulle lingue e dialetti regionali;
...ma qui non ci siamo proprio.
Guardiamo cosa dichiara la Carta a cui si dice di "aderire":
Art. 1 Definizioni
- Ai sensi della presente Carta:
- a)
- per «lingue regionali o minoritarie» si intendono le lingue:
- i)
- usate tradizionalmente sul territorio di uno Stato dai cittadini di detto Stato che formano un gruppo numericamente inferiore al resto della popolazione dello Stato; e
- ii)
- diverse dalla(e) lingua(e) ufficiale(i) di detto Stato;
- questa espressione non include né i dialetti della(e) lingua(e) ufficiale(i) dello Stato né le lingue dei migranti;
Ripeto: questa espressione non include né i dialetti della(e) lingua(e) ufficiale(i) dello Stato né le lingue dei migranti
Ma a questo punto una persona si domanda: come è possibile che la Carta Europea delle lingue regionali e minoritarie dichiari di voler promuovere studi e ricerche su lingue e dialetti regionali?
Semplice: è un falso.
Al comma citato, infatti, la carta europea dice:
"il promovimento degli studi e della ricerca sulle lingue regionali o minoritarie nelle università o negli istituti equivalenti".
Non parla di dialetti.
In tutti i 23 articoli di cui si compone la legge la parola "dialetti" compare una sola volta e proprio per dire "questa carta NON INTENDE OCCUPARSI DI DIALETTI". Semplice.
Significa forse che questa proposta di legge pur di dichiarare la propria adesione ad un importante documento europeo lo falsifica?
Inoltre la proposta di legge "risulterebbe" essere firmata da ben sei consiglieri regionali.
Cosa dire?
Concludo dicendo che non mi sogno nemmeno di dichiararmi contrario a leggi che valorizzino la complessa e variegata ricchezza linguistica del nostro territorio. Ogni lingua, ogni dialetto, ogni variante ha un valore che merita essere esaltato e tutelato. Ma questo è scoprire l'acqua calda.
Detto questo bisognerebbe assumere dei collaboratori competenti e preparati, che siano in grado di proporre dei testi di legge validi, nella convinzione che la nostra Regione si merita (ed ha un estremo bisogno di) una classe politica in grado di governarla con -e qui va detto- serietà. Promulgare una legge di questo livello qualitativo andrebbe in questa direzione?
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